Il saluto di Mannazzu alla Toscana


02/03/2020 - Dopo 11 anni il giocatore sardo torna nella sua regione. Da Vicarello a Firenze, il racconto.

La Toscana del futsal saluta uno dei giocatori più rappresentativi dell'ultima decade dei campionati regionali. Valerio Mannazzu lascia il Firenze a stagione in corso e torna nella sua Sardegna. Il quasi 34enne universale ha iniziato la sua avventura nella nostra regione nel 2009, con la maglia del Vicarello. In undici anni sono arrivate una sessantina di reti tra C2 e C1, tre promozioni nel massimo campionato (l'ultima l'anno scorso con il Firenze) e un qualche finale persa tra playoff e coppa Toscana. Valerio, si conclude la tua esperienza nel calcio a 5 toscano. Torni in Sardegna con quale bagaglio di esperienza fatta nella nostra regione?
Dieci stagioni di calcio a 5 e 15 anni di vita in Toscana. Ho imparato un nuovo sport, ma soprattutto ho conosciuto tantissime persone e stretto tante amicizie. Spero di riuscire a portare in Sardegna la mia esperienza e continuare a giocare a calcio a 5.
La tua prima esperienza è targata Vicarello. Cosa ricordi di quell'anno?
Ricordo perfettamente come difendevo il 2 contro 1, correvo da una parte all'altra come un matto. Poi poco dopo ho smesso di correre... Ricordo mister Del Giudice e tanti compagni: Vairo, che mi ha portato in squadra, e tra gli altri Rognini e Rossi.
Sono seguite due stagioni al Giovanile Montecalvoli, divenuto poi Cascina dopo la fusione.
Mi allenavo con una squadra di serie D a Pisa quando ricevetti la chiamata di mister Banchini. Nei primi allenamenti ero titubante, non conoscevo nessuno di quella squadra, poi col tempo ho stretto un forte legame con tutti: i fratelli Perretta e Pieri su tutti. Come dimenticare le macchinate da Pisa con le stesse playlist nei pre partita e le canzoni cantate per superstizione. La stagione in C2 si chiuse con la promozione in C1 e nella stagione successiva, in seguito alla fusione, ci siamo salvati abbastanza tranquillamente. Li ho capito cosa è il dolore: il post partita di una sconfitta per Banchini (ride ndr)
Dopo questo biennio è iniziata la tua storia d'amore più importante, quella con la Lastrigiana. Sei anni e tante vittorie.
Cosa significa per te la società biancorossa?

Eh la Lastrigiana... Ho dato tutto per la Lastrigiana, anche un ginocchio. Ho portato la fascia da capitano per tanti anni, una C2 vinta, una finale playoff persa tanto a poco, una finale playout finita 0–0 dopo i tempi supplementari. Un'esperienza bellissima, ho lasciato nel momento giusto... quando sono saliti in B (ride ancora ndr). Giovannelli, Balestri, Remorini, Bendinelli e tanti altri giocatori non li dimenticherò mai. Poi il gruppo dirigenti, una famiglia di amici guidati egregiamente dal presidente Riccardo e dai suoi "mordiamoli" urlati dalla tribuna. E poi mister Toria, il più forte a prendere traverse da metà campo durante le "seggioline"!!!
Chiudi con il Firenze. Una promozione l'anno scorso, un contributo importante quest'anno. Quanto ti pesa lasciare la squadra ancora in corsa per la salvezza?
Anche il Firenze è merito di mister Banchini, me la consigliò lui e diciamo che è andata bene. L'anno scorso bisognava ricostruire la squadra da zero e mister e dirigenti sono stati bravi a creare un gruppo che potesse lottare per il vertice della classifica. La promozione diretta da secondi l'ho sempre considerato un mezzo miracolo. Quest'anno giochiamo bene, ma facciamo pochi punti, ma la squadra ha tanti giocatori giovani e interessanti. Sarebbe fondamentale riuscire a mantenere la categoria, ma non sarà semplice. Mi pesa tantissimo lasciare a metà girone di ritorno, ma continuerò ad allenarmi. Dovessimo fare i playout cercherò di organizzarmi per dare una mano.