Simone Banchini scende in campo


28/02/2022 - Il tecnico pisano si candida al ruolo di Responsabile Regionale per il calcio a 5

Sabato 5 marzo il mondo del calcio a 5 toscano è chiamato a scrivere una nuova pagina della sua storia. Al PalaWanny di Firenze, infatti, si voterà per l'elezione del nuovo responsabile regionale, mettendo così fine al periodo di transizione portato avanti da un anno a questa parte dal Presidente del CRT Paolo Mangini. Un interim dettato dall'elezione di Antonio Scocca nel Consiglio della Divisione calcio a 5, di cui ricopre oggi il ruolo di Vicepresidente. La lunga governance di Scocca ha portato enormi benefici al futsal nostrano, che ha visto la nascita di campionati che nove anni fa sembravano assolutamente impossibili da immaginare: Femminile, Allievi (ora U17), Under 15, Under 13, Pulcini, Primi Calci e per ultimo Under 15 femminile. Poi, esattamente due anni fa, l'arrivo della Pandemia ha frenato in maniera esponenziale lo sviluppo della disciplina. Sono calati i numeri in tutte le categorie e si è stati costretti a cancellare una Serie D che sarebbe divenuta troppo gravosa per le società. 
Adesso è arrivato il momento di voltare pagina e l'uomo chiamato a scriverla è Simone Banchini, candidato unico per il ruolo di responsabile regionale. Classe '77, pisano di Santa Maria a Monte, Banchini, così come Scocca, è un uomo di campo. Ha iniziato come allenatore in Serie D al Giovanile Montecalvoli, portato fino alla C1 con la nuova denominazione di Cascina Montecavoli. Poi l'epopea fucecchiese, con la doppia promozione del Real Fucecchio condotto anch'esso dalla D alla C1, e la vittoria del campionato di C2 con la Vigor Fucecchio, guidata nel massimo campionato regionale per la prima volta della sua trentennale storia. I successi gli hanno aperto le porte della Rappresentativa Regionale, sia Juniores che Allievi. E proprio con quest'ultima ha sfiorato una storica finale al Torneo delle Regioni, fermandosi in semifinale contro la corazzata Veneto. Il ritorno in un club è coinciso con un'altra promozione storica, quella del Monsummano in C1. Allenatore abilitato di Primo Livello di calcio a 5 a Coverciano e tecnico di calcio Uefa B, nonostante le numerose richieste per tornare ad allenare ha deciso di tuffarsi in questa nuova avventura. 
Simone vuoi spiegarci i motivi di questa tua "discesa in campo"? 
In primis l'amore per il calcio a 5. Ho sempre vissuto questo sport con intensità e passione, mi ha regalato tantissimo. Ed è per questo che ora voglio ricambiare, facendo qualcosa di concreto per la nostra disciplina in un momento storico in cui c'è bisogno di un nuovo rilancio dopo due anni molto complicati. 
Il fatto che tu sia il candidato unico cosa dimostra?
A mio parere quello che dicevo prima. Che il momento è difficile e che, come spesso capita in questi frangenti, non è semplice trovare persone disposte a dedicare il proprio tempo per una semplice passione. Nessuno mi ha tirato per la giacchetta cercando di convincermi. E' un'idea che ho maturato più di un anno fa, quando Scocca si è candidato per le elezioni nazionali. Ho seguito il percorso di Antonio in questi anni e so quanto abbia dato al calcio a 5 toscano. Ho pensato che serviva dare continuità a quanto fatto in questi ultimi nove anni, ma ovviamente mi sono dovuto confrontare con tutto quello che ho intorno a me, affetti personali, lavoro. So di dover regalare al futsal molto del mio tempo libero e dovevo essere sicuro di poterlo fare al 100%. Per questo ho aspettato prima di rendere pubblica la mia candidatura. 
Cosa significa poter essere l'erede di Antonio Scocca?
La mia stima nei suoi confronti è enorme. Quello che ha fatto è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo da un anno a questa parte si è creato un buco che Antonio ha cercato di colmare da Roma, supportando il Presidente Mangini nel suo interim. Però non è la stessa cosa che essere concentrati al 100% sul territorio, così come per i gravosi impegni con il Comitato non poteva esserlo Mangini. L'idea è quella di riprendere quel cammino che di fatto si è interrotto due anni fa con l'avvento della Pandemia. Un biennio in cui abbiamo pensato sopratutto a "reggere l'urto". Ora dobbiamo ripartire per davvero. 
Quali sono i tuoi obbiettivi post elezione?
Il primo è quello di ridare un supporto continuo e costante alle società. Sarò a piena disposizione. Per riuscirci non potrò essere soltanto io il punto di riferimento, quindi ho intenzione di dare peso alle figure dei delegati provinciali, che dovranno essere il primo appoggio sul territorio. Persone che faranno capo a me, ma che dovranno essere in grado di fornire risposte e lavorare per un incremento dei numeri nelle proprie zone di riferimento. Accanto a loro servirà grande sinergia con la responsabile del Settore Giovanile e Scolastico, con il responsabile degli arbitri e con tutti gli organi di competenza del Comitato. Non voglio ragionare da singolo, ma come persona che guida un gruppo di lavoro capace di consolidarsi nel tempo. 
Quanto saranno importanti strumenti come quelle riunioni che troppo spesso le società hanno snobbato?
Incontrarsi, discutere, dibattere è fondamentale. Dopo le elezioni mi piacerebbe fare una riunione in ogni provincia, in maniera tale da aiutare anche quelle società che spesso non vengono a Firenze per motivi logistici. Mi piacerebbe poi introdurre due tipi di incontri ad inizio stagione. Il primo di carattere generale con i presidenti, il secondo, di concerto con l'Aia, con allenatori e capitani per discutere delle eventuali modifiche regolamentari. 
Però un punto deve essere chiaro. Se vogliamo ragionare da movimento che vuole imporre la propria forza, i numeri sono importanti. A cominciare dall'Assemblea elettiva. Presentarsi compatti al voto darebbe un segnale importante al Comitato. Il calcio a 5 è vivo e vuole e deve dimostrarlo con i fatti. 
Come pensi di intervenire nella strutturazione dei campionati?
In questi tre anni dobbiamo riportare la C1 ad uno standard qualitativo maggiore, preparando le società al salto nel nazionale. Ad oggi direi che il primo punto può essere quello di tornare ai campi al chiuso, poi valuteremo altri provvedimenti, ma dando comunque alle società il tempo di organizzarsi. Non dimentichiamo che sono tempi di grandi cambiamenti anche nella Divisione calcio a 5, che dal 2023/24 varerà la riforma dei campionati con quattro categorie: Serie A, Serie A2 Elite, Serie A2 e Serie B. C'è poi il discorso Serie D. Ad oggi non abbiamo i numeri per tornare alle tre categorie regionali, ma dobbiamo lavorare tutti per raggiungere questo obbiettivo. Per questo, e torno al discorso precedente, servirà un lavoro capillare sui territori. Creare una Serie D interprovinciale deve essere il traguardo da porci per il futuro, anche se oggi pare utopia. Ci sarà poi da rilanciare il campionato femminile. L'approdo di ben cinque società nel nazionale dimostra che il movimento è vivo, ma nello stesso tempo non siamo riusciti ad incrementare il regionale. Anche in questo ambito dovremo darci da fare, perché alla fine di questa stagione rischiamo di far segnare un altro decremento. Ovviamente tutti questi propositi dovranno poi confrontarsi con la vita reale, sperando che il Covid non influisca più nei prossimi mesi sulle decisioni che dovremo prendere. 
Parlando di Settori Giovanili come pensi di muoverti?
Dobbiamo innanzitutto far ritrovare entusiasmo ai nostri ragazzi. Il biennio di pandemia ci ha portato a numeri impressionanti per quanto riguarda l'abbandono sportivo e una disciplina ancora fragile come il calcio a 5 ha pagato dazio. Non dobbiamo però dimenticarci di quello che è stato fatto in questi anni sia dal Comitato che dalle società. Abbiamo in regione due scuole calcio a 5 Elite, Prato calcio a 5 e Midland Global Sport, con tutta la trafila dai Primi Calci all'Under 19. Ci sono progetti importanti da portare avanti con il Settore Giovanile Scolastico e con le scuole. Il Consiglio Federale dovrebbe approvare il prossimo mese la nascita dello status di "Futsal Player", come richiesto dalla FIFA, creando due binari distinti per i tesseramenti di calcio a 5 e calcio a 11. La possibilità di giocare in contemporanea per due società diverse consentirà di far avvicinare tanti ragazzi al nostro sport. Dovremo essere bravi noi a promuovere il futsal e farli rimanere in casa nostra. La riforma sui "formati" voluta dalla Divisione ci spinge a lavorare nei settori giovanili, questo è un dato di fatto. 
Quanto conta in questo senso la formazione dei tecnici?
Per deformazione professionale è ovviamente il punto a cui tengo di più. Se vogliamo campionati senior di qualità, servono settori giovanili di qualità, e se vogliamo settori giovanili di qualità, servono tecnici di qualità. Allenatori formati che possano insegnare davvero questo sport. Il Settore Tecnico sta andando verso una ritrutturazione che dovrebbe portare alla nascita di figure specifiche per il calcio a 5. Ma deve esserci volontà da parte di tutti. Degli allenatori di investire su se stessi e delle società di investire sugli allenatori. Se la promozione sul territorio serve ad attirare i ragazzi, la competenza e l'organizzazione sono le caratteristiche che li fanno rimanere nel nostro sport. La sinergia tra Comitato e Settore Tecnico deve essere in questo senso massimale. 
Nicola Giannattasio