Pistoia, anatomia di un successo


01/05/2022 - Lami, la Be–Be, le fughe di Maggi e la programmazione societaria. Così il Pistoia ha vinto il campionato


Il Gisinti Pistoia ha scritto ieri una pagina storica della sua storia, diventando la prima squadra toscana capace di vincere un campionato di A2. Un risultato straordinario, che però, a causa di un regolamento difficilmente comprensibile, non regala agli arancioni la promozione in Serie A. Servirà uno spareggio contro un'altra vincente di girone. Una beffa che rimanda l'appuntamento con un altro capitolo della storia. Ma oggi bisogna celebrare il successo di una squadra costruita con sapienza, che anno dopo anno ha fatto tesoro degli errori fino ad arrivare al trionfo di ieri contro il Città di Massa. 
I primi due anni e mezzo di A2 non sono stati semplici, due salvezze, tre allenatori e la sensazione che a dicembre 2020 ci potesse essere un altro cambio in panchina. Ma la scorsa stagione è stata fondamentale per forgiare una squadra che nel ruvido girone C, con le lunghe trasferte pugliesi, ha trovato piano piano consapevolezza. La vittoria di quest'anno nasce nell'estate 2020. Il DS Ragazzini e il DG Biagini puntano su Nicola Lami in panchina, esordiente nella categoria, e rivoluzionano la squadra. Degli stranieri resta solo Galindo. Arrivano il vecchietto Bebetinho, lo spagnolo Keko, il bomber Berti e un gruppetto di giovani brasiliani da cui emergerà il talento di Donadoni. Si punta su Barbensi in porta e su italiani da recuperare nel fisico e nello spirito come Patetta e Montorzi. Le prime nove giornate di campionato, però, sono un mezzo disastro. Quattro punti in nove giornate, penultimo posto in classifica e posizione di Lami traballante. Cambiare sarebbe stato semplice, invece la società va avanti per la sua strada. Puntella la difesa con il roccioso Genis e in porta mette l'esperienza del brasiliano Roman. Il girone di ritorno è una sinfonia che a fine campionato porta gli arancioni a due punti dai playoff. 
Un risultato che ha gettato le basi per quello che sarebbe avvenuto quest'anno. Il mercato estivo si riduce al cambio del portiere, con l'arrivo dell'argentino Maggi e a qualche addio indolore tra gli italiani. Continuità è la parola chiave. I quattro punti in nove partite dell'anno precedente vengono spazzati via dai 27 su 27 nelle prime nove partite di quest'anno, e poco importa se tre saranno cancellati dal ritiro del Porto San Giorgio. Un inizio shock per le più quotate Sampdoria, Mestre e Modena, che si trovano ad inseguire. Il Pistoia da ottobre a dicembre è una macchina perfetta. I giocatori si muovono come all'interno del meccanismo di un orologio, in cui spiccano le individualità. Un orologio guidato da fuori da un Lami che, con il suo inseparabile gilet, sembra proprio uno di quei laboriosi costruttori di ingranaggi svizzeri. La Be–Be, Bebetinho–Berti, diventa la coppia gol più forte del campionato. Maggi para tutto, con libertà di spaccare in due le gare con le sue uscite pazze palla al piede. Genis è un muro, Galindo il metronomo. Donadoni sembra un trentenne, invece è un 2001 e Keko si conferma quel giocatore universale capace di attaccare e difendere con la stessa qualità. La rosa corta porta alla flessione di gennaio, con quattro punti in cinque partite, ma viene puntellata con un paio di innesti che consentono di alzare il ritmo, soprattutto durante gli allenamenti. E così poco importano i pareggi contro i rivali del Mestre e contro il già retrocesso Cus Ancona, così come la mezza delusione della semifinale di Coppa Italia persa per un soffio. Nelle ultime tre partite il Pistoia fa filotto, anche davanti alle telecamere di Sky, e chiude il cerchio battendo nel derby il Città di Massa. La vittoria del campionato arrivata contro l'unica squadra capace di battere il Gisinti Pistoia 21/22, che entra di diritto tra le squadre All–Time del futsal toscano e che ora insegue un sogno ancora più grande che si chiama Serie A. 
Chapeau Pistoia