Pietro Curci
(Allenatore della Sestoese)


LA SESTOESE 2008/09

Una piccola premessa a questa intervista, doverosa. Qualcuno potrebbe pensare "ma che fanno si intervistanon tra di loro a pallaalcentro?" domanda giusta, ci mancherebbe!! la scelta di intervistare Pietro Curci è dovuta in primis al fatto che è uno degli allenatori di maggiore esperienza nel regionale, secondo per la sua grande conoscenza del movimento. Non è certo un modo per auto elogiarsi o quantaltro...

Quest'anno dopo tanti anni di C1 sei sceso di categoria per sposare un nuovo progetto, nonostante siano arrivate offerte importanti. I motivi della scelta?

Sono successe tante cose nell'anno appena trascorso, alcune belle e alcune meno belle; quelle meno belle all'inizio avevano preso il sopravvento e infatti era mia intenzione “sparire”; in parte ci sono riuscito staccandomi da quasi tutto il contesto calcio a 5, lasciando la gestione di Pallaalcentro e rispondendo sempre meno a mail e telefonate. Poi, invece, la nascita di Dario mi ha fatto ritornare la voglia con la decisione, però, di trovare "lavoro" vicino casa, sposando un progetto di un mio carissimo amico, il presidente Faggi. Sono consapevole che declinare le offerte importanti non è mai una cosa positiva ma quest'anno è andata così e non sono pentito della scelta fatta. Alcune società mi hanno contattato già per il prossimo anno ma il messaggio che mando è il seguente: ho ancora voglia di allenare, non so per quanto, ma non è ancora giunto il momento di mettermi dietro una scrivania, cosa che sarà naturalissima per me, tra qualche anno.
L'inizio di stagione non è stato certo esaltante, le cause, la ricetta per uscire dalla crisi?
Siamo una buona squadra ma totalmente nuova. Anche altre società sono totalmente nuove, ma noi non abbiamo le risorse per pescare ne all'estero ne nei campionati superiori; stiamo cercando di fare il massimo con i ragazzi che abbiamo trovato e non è poco. Paghiamo anche il fatto che due degli acquisti che ci avrebbero garantito il salto di qualità e che avevamo in ponte, Peruzzi e Menichetti (per cause diverse), hanno "ringambato": con loro sarebbe stata un'altra musica. Ma sono contento lo stesso perché i ragazzi che alla fine ci hanno seguito sono volenterosi e tranquilli, consci che si può fare tanto di più; e poi, cosa non secondaria, la società non viene agli allenamenti con il fucile spianato: c’è modo e tempo per portare a termine il progetto iniziale. Ho la possibilità di lavorare in santa pace e non è poco. La ricetta per uscire dalla crisi? Giocare le prossime 20 partite come fossero finali di coppa del mondo. Se gli avversari vinceranno sarà mia premura andare a stringergli la mano a fine partite dicendo un sincero "Bravi!".
Venerdì è arrivata una vittoria esaltante contro la Terranuovese. E' il primo segnale di riscossa?
Abbiamo fatto una buona gara affrontandola con spirito agonistico e pensieri positivi, cosa che nelle precedenti partite non abbiamo fatto. Venerdì incontriamo i migliori. Spero di ripetere la gara del turno passato.
Già venerdì prossimo. Ti attende un derbissimo…
Ho allenato talmente tante squadre e tantissimi giocatori che dovrebbe essere sempre un derby per me e le partite, ricordiamolo, valgono tutte tre punti, che si giochi con la prima o con l’ultima, contro l’ex o meno. Indubbiamente il fascino della sfida con la Fondiaria ha un sapore particolare. Se ripenso a quella squadra però non posso fare a meno che provare rabbia per come sono andate le cose. E’ stato distrutto un progetto che era destinato a diventare importante nel panorama toscano e nazionale e tutt’ora rimangono moltissime ombre sulla gestione di quella situazione. La cosa più brutta è che siamo entrati nel ristorante per la cena di fine stagione che eravamo una squadra, ne siamo usciti da perfetti estranei. No, non mi è andata proprio giù questa vicenda ne come è stata gestita tantomeno la fine. Diciamo che il riconosciuto e apprezzato “Stile Fondiaria” in questa occasione è venuto meno.
Che idea ti sei fatto del campionato? Che livello c'è? E gli arbitraggi?
E' un campionato dove trovi di tutto: dal giovane fortissimo e ti chiedi "Cosa ci fa in C2 questo?" al giocatore di esperienza che ancora fa la differenza. Diciamo che c'è spazio quasi per tutti. Il livello mi sembra superiore rispetto a molte partite viste negli anni passati, le squadre mi sembrano più attrezzate. Manca però un po’ di cultura del fairplay. Noi quest’anno abbiamo preso due abitudini e ci guardano con gli occhi sgranati: aspettare la squadra avversaria negli spogliatoi e dare loro il saluto personale a tutti i componenti (e per l’appunto venerdì scorso una volta salutati tutti, dallo spogliatoio si è sentito un “…zzo vuole questo qui?”) e dopo il saluto iniziale i giocatori vanno a stringere la mano ai componenti della panchina avversaria, allenatore e dirigenti. Ecco, in questo si può migliorare, per la serie amici fuori, avversari in campo. Degli arbitraggi posso dire poco: in alcune circostanze siamo stati danneggiati, è vero ma, a parte questo, abbiamo trovato arbitri disposti e ben disposti al dialogo e tutto sommato non posso che dire bene; ricordiamoci che si tratta di un arbitro solo e spesso è chiamato a dirigere partite per crescere e farsi le ossa.
Qual è la grande favorita per la promozione?
Sarà una corsa a tre: Fondiaria, Impruneta e Pelletterie si batteranno fino alla fine ma per la promozione in C1 dico Fondiaria se non altro per la rosa più ampia e competitiva che ha.
Parliamo della situazione generale. Da grande protagonista e spettatore privilegiato del mondo del calcio a 5 toscano. Pensi che ci siano i margini per una crescita nei prossimi anni?
I margini per crescere ci sono perché tutto è migliorabile. In Toscana però viviamo una situazione atipica. Lo dissi anni fa e in tempi non sospetti: siamo una regione campanilista per eccellenza e non è facile crescere con questa mentalità. Sento in giro gente che si affanna nel dire che mancano giocatori per il calcio a 5. I giocatori sono l'ultima cosa secondo me. La situazione è molto più critica. Qui mancano dirigenti (ma di quelli veri), società (e purtroppo la crisi non ci aiuta più di tanto) e strutture; e qualcosa in più dovrebbe arrivare da chi ci "governa". Ogni anno, soprattutto nel periodo di mercato, abbiamo a che fare con dirigenti che si sentono padroni di tutto, padroni di cartellini, padroni di giocatori. E la loro fortuna è basata su due cose: la prima è che in Italia, a differenza del resto dell'Europa, il limite dello svincolo è fissato a 25 anni e non a 18 con la maggiore età; la seconda è che hanno a che fare con atleti che non conoscono minimamente i regolamenti e i propri diritti. Le società. Invito per i presidenti: organizzate un tour nel Lazio o nel Veneto, please... Andate a vedere come vengono strutturate le cose, dai pulcini alla prima squadra. Qui con tre anni di tempo, non siamo stati in grado di creare un torneo juniores (e con quali polemiche poi…). Strutture. Stendiamo un velo pietoso: mi chiedo solo come è stato possibile in passato omologare certi campi. Una tiratina di orecchie anche a chi ci governa. Non è facile il lavoro del delegato regionale, lo so, ma secondo me fa lo sbaglio di trincerarsi in Federazione: dovrebbe andare sui campi a vedere le partite e bisognerebbe dialogasse di più, molto di più; non c'è scritto da nessuna parte che lo stesso delegato non possa valersi di un gruppo di lavoro (serio) che elabora proposte serie per rendere la crescita del nostro sport. Nannoni dovrebbe coinvolgere di più le società senza dare però ascolto a casi ad personam, ma cercare di prendere il meglio dalle proposte fatte dalle società stesse. Creare i presupposti per un confronto positivo con il settore arbitrale. E poi, in certi casi, bisognerebbe applicare più trasparenza specie in materia di ripescaggi, nelle iscrizioni e nella Rappresentativa: a memoria, siamo l'unica federazione che per i ripescaggi non si basa su graduatorie compilate ad inizio anno (che eliminerebbero qualsiasi diatriba) ma alla speranza; speranza che dal nazionale non ne retrocedano più di tanto, che la C1 si sistemino le cose e così via. Per le iscrizioni più o meno la stessa cosa: esistono delle date e vanno rispettate. Se l’iscrizione di qualche società di C1 quest’anno è arrivata tardi, la risposta sarebbe dovuta essere: mi dispiace. E invece, appunto, per non stare ad ingrullire con i ripescaggi si accettano anche queste cose. E non va bene. Non me ne voglia il mio amico Nicola Lami, che non mi telefona più da tempo (non sono arrabbiato con te…), ma anche la gestione della Rappresentativa non è stata limpidissima, anche perché i patti con Nannoni erano stati molto chiari e questo prima dell’avvento dello staff Lami: affidare questa struttura a persone non tesserate per alcune società per non creare, come in passato, conflitti di interesse. So per certo che Lami e la sua struttura hanno lavorato benissimo e in piena sintonia con le regole federali ma chi lo spiega questo, per esempio, a Kujawinski, che lo scorso anno all’ultimo secondo si è visto passare avanti, a torto o a ragione, per merito o demerito (non sta a me giudicare) il portiere del Vicarello? Tant’è che quest’anno il bravo Kujawinski ha declinato garbatamente la convocazione della rappresentativa. E questo non è un segnale positivo per un ragazzo di 20 anni.
Il futuro di Pietro…
Come già detto, voglio ancora allenare, o almeno ci spero. Non credo che lo farò ancora a lungo, ma per ora il contatto con il campo e con i ragazzi è prioritario. Spero di portare a termine già quest’anno il progetto Sestoese e poi si vedrà. Per il futuro più futuro, mi vedo dietro una scrivania con un ruolo da Direttore sportivo o Responsabile tecnico. Qualcuno ha associato il mio nome a quello del prossimo delegato regionale. Ringrazio, ma per ora di no. Tra quattro anni, forse…
C'è qualcos'altro che vuoi aggiungere?
Direi che è tempo di ringraziamenti...E’ doveroso partire da Nicola Giannattasio, da te. L’unica persona al quale avrei ceduto le sorti di Pallaalcentro, una delle poche persone di cui, nel mondo del C5, mi fido ciecamente. Grazie per tutto quello che stai facendo e (lo so per esperienza) non è poco. Un grazie al presidente Faggi, con il quale ho ritrovato un bellissimo rapporto, così come con i Menetti e gli altri dirigenti della squadra. Ringrazio i miei ragazzi che si stanno impegnando davvero tantissimo a cominciare dal capitano Massimiliano Alfani. E infine, permettetemelo, un ringraziamento specialissimo a mia moglie Anna che avrebbe bisogno di una mano in casa per seguire la crescita del piccolo Dario e che invece non mi ha mai detto, o lasciato intendere, di smettere. E da una moglie non è poco perché ne avrebbe tutti i diritti. Grazie.

Ringrazio Pietro per le belle parole, ma sinceramente lavorare ad un prodotto avviato e ben gestito da danni è facile...spero soltanto che, nonostante qualche errore e qualche mancanza (dovute allo scarso tempo a disposizione), il nostro lavoro (perchè Pietro quando c'è bisogno è sempre disponibile) sia apprezzato dagli addetti ai lavori.