Il ricordo d Roselli nelle parole di Carlo Materessi


11/04/2021 - L´ex allenatore delle giovanili della Futsal Fiorentina era un grande amico di Jacopo

Era il 2006 quando Marco Rabatti, consigliato da Marco Giacomelli, mi conobbe e dopo un appuntamento mi offri la possibilità di fare un corso allenatori di calcio a 5. La proposta era quella di iniziare un'avventura con la Futsal Fiorentina nel campionato di serie C2. Ero in Austria a Seefeld e non passava una sera che il mister Giacomelli non mi telefonasse proponendomi di accompagnarlo in questa nuova esperienza. 
Io, che 15 anni prima con un gruppo di amici avevo coronato il sogno di compiere la scalata con il Calcetto Sesto, fino ad arrivare alla serie B nazionale. Un'esperienza interrotta dopo la morte del presidente Salvatore Casile.
Dopo averci pensato tutta l'estate decisi di accettare. La squadra che avevamo era la spina dorsale del Prato Under 21 la cui prima squadra campione d'Italia era guidata da Velasco. Arrivato in preparazione a Chiesanuova, proprio in quel di Prato, mi accorsi che quel gruppo composto dai vari Galletti, Ammannati, Di Lauro, Di Lalla, Migliacci, Roselli e Apruzzese era una squadra fuori categoria per quella competizione. Io, che sinceramente non ero pronto per quel salto, mi resi conto presto che non avrei mai potuto essergli di aiuto. Dopo un mese di allenamenti finalmente iniziò il campionato e, pur avendo un carattere socievole, mi trovai in enorme difficoltà. Dopo varie partite iniziali contrassegnate da vittorie nette, senza discussione, avevo quasi deciso di abbandonare questa avventura. Chiamai Marco e gli dissi chiaramente di sentirmi fuori dal progetto, elencando tra le motivazioni del mio fallimento il fatto di non riuscivo ad avere un minimo rapporto con la squadra. Chiamai anche il ds Racano e il vice presidente Rabatti, che mi dissero di presentarmi comunque alla partita successiva. Il mister Giacomelli si chiuse dentro la stanza e fece un discorso alla squadra. Entrati in campo tutto uguale, poi come se fosse ora, mi ricordo Migliacci che con una verticalizzazione smarcò Beppe, che eluse l'uscita portiere e depositò in rete.
In quel preciso momento, mentre esultava, si fermò e guardò Jacopo Roselli, il capitano. Roselli radunò tutta la squadra e indicandomi iniziò insieme agli altri una corsa per abbracciarmi. Un leader silenzioso, ma sensibile, con una bontà e un rispetto fuori dal comune.
Solo oggi Jacopo posso dirti che quell'abbraccio fortemente voluto mi ha fatto vivere da protagonista quegli anni splendidi e indimenticabili. 
Senza quell'abbraccio non sarei mai potuto crescere. Mi hai insegnato molto calcisticamente, ma soprattutto sotto il punto di vista umano. Senza quell'abbraccio non ci sarebbero stati nemmeno i successi negli anni successivi nelle giovanili.
Grazie di tutto Jacopo ♥️

Carlo Materassi