Lunga chiacchierata con Sergio Gargelli
L´attrazione dell´Italia nei confronti
dell´estremo oriente affonda le sue radici nei viaggi di Marco Polo,
nelle leggendarie storie narrate nel suo "Milione". Un
fascino rimasto immutato nei secoli quello per questi paesi.
Nonostante la globalizzazione e il dominio economico delle cosiddette
"tigri asiatiche" e la tecnologia che ha accorciato le
distanze, trasformando i chilometri in pochi passi virtuali, ancora
oggi partire per l´Oriente è visto come un salto nel buio. Nelle
ultime settimane non si è fatto altro che parlare della "scelta
di vita" di Marcello Lippi, migrato in Cina stregato dai milioni
messi sul piatto della bilancia dal Guangzhou. Ma prima di lui sono
migrati in Asia, tra gli altri Beppe Materazzi e Alberto Zaccheroni,
quest´ultimo alla guida della nazionale giapponese. Nel futsal il
primo italiano a scegliere l´Asia è stato il nostro Sergio Gargelli.
Prima il Giappone, alla guida del Fuchu Athletic, poi il Vietnam. Il
Paese del Sol Levante gli ha regalato soddisfazioni sul campo e una
splendida moglie nella vita, ma la la voglia di mettersi in gioco, di
intraprendere una nuova sfida lo hanno portato fino ad Ho Chi Minh
City. La vecchia Saigon, per intendersi, quella della "caduta"
per noi occidentali, quella della "liberazione" per il
Vietnam comunista. Due anni e mezzo nel sud–est asiatico, a cercare
di insegnare futsal ad un paese che nel calcio non ha mai centrato risultati.
Sergio, cominciamo con un bilancio
di questi due anni alla guida della nazionale vietnamita e della tua
vita in questo paese.
Sono quasi 2 anni e mezzo ormai.
Incredibili, con tantissime soddisfazioni e grandi esperienze di
vita. Aver visto crescere una squadra, veder crescere il futsal in
Vietnam, aver portato questo paese dalla 97esima alla 55esima
posizione mondiale, sono soddisfazioni che mi ripagano di tanti
sacrifici fatti. Un solo rimpianto, vedere l´Australia che ci ha
sconfitto immeritatamente 4–3, qualificata per il mondiale, al
"nostro posto". Un obiettivo in cui forse un po´
utopisticamente credevo davvero.
Il 2012, quindi, non è iniziato
come avresti voluto e avete perso l´opportunità di andare ai
mondiali in Thailandia. Cos´è successo?
Semplicissima la risposta. Abbiamo
terminato gli allenamenti e competizioni con il Sea games a novembre
2011 e abbiamo ripreso ad allenarci il 28 gennaio, troppo poco tempo
dopo due mesi di stop per preparare la qualificazione che iniziava il
21 febbraio. Purtroppo qui il Tet (capodanno vietnamita) è una festa molto sentita
e la federazione non mi ha permesso di iniziare prima. Siamo arrivati
alla partita con l´Australia senza benzina, dominando nel primo tempo
e crollando nella ripresa.
Tu però non hai perso la speranza
di andarci alla kermesse iridata, sperando in qualche chiamata di
nazionali emergenti, giusto?
Come ben sai il mondiale è la mia
massima aspirazione come allenatore. Ho avuto contatti con la
Colombia, sfumato per problemi di accordo tra le due federazioni,
quella legata alla FIFA e quella legata alla Fifusa, nella quale
giocano i migliori giocatori, e Isole Salomone. Entrambe sono già
qualificate. Il tempo passa in fretta, ma spero ancora che il
miracolo accada
Prosegue, invece, la tua avventura
nella Champions League asiatica e a luglio ci saranno le finali in
Kuwait.
Per la prima volta siamo riusciti a
qualificare un club Vietnamita, il Thai Son Nam alla Final 8
asiatica. Il club, nel quale giocano quasi tutti i giocatori della
nazionale, aveva preso in prestito dagli altri club i quattro
giocatori mancanti a completare l´organico della nazionale, inoltre
dalla Spagna avevamo acquistato Alberto Riquer. Grande soddisfazione,
aver eliminato club molto pi ricchi e organizzati del nostro, come
il Bayushan campione di Cina o il Maccabi campione d´Australia.
Purtroppo andremo in Kuwait indeboliti rispetto alle qualificazioni.
Non abbiamo acquistato il secondo straniero per problemi di budget, i
quattro giocatori che avevamo preso in prestito sono tornati al
proprio club. Inoltre il portiere titolare è andato a giocare in
Thailandia, io sarò squalificato nella prima partita e il
calendario della coppa nazionale che inizia domani e termina il 17
giugno non mi permette di preparare la squadra come vorrei. Nel
gruppo abbiamo il Giti Pasand campione d´Iran del mitico Shamsaee,
l´Al Rayyan campione del Qatar allenata dallo Spagnolo Juanito e con
in rosa giocatori come Corvo e Vadillo e i campioni e i padroni di
casa del Kuwait, lo Yarmouk del Brasiliano/azero
Thiago. Oramai ci siamo specializzati in miracoli, vediamo se
riusciremo a conseguire la semifinale.
In questo momento si sta disputando la
fase finale dei campionati asiatici, oltre alle solite Iran,
Thailandia e Giappone, com´è il livello generale?
Ho seguito molte partite il live
streaming e il livello è cresciuto tantissimo dall´ultima edizione.
Per molti la sorpresa è stata il Kuwait allenato da Luis Fonseca. Io
ho sempre ritenuto che questa squadra avesse giocatori molto buoni ma
anarchici, ma con un allenatore che li avesse organizzati avrebbero
potuto battere chiunque e infatti hanno conquistato la qualificazione
mondiale. Le altre, Thailandia, Iran, Giappone,
Uzbekistan, sono di livello superiore alle altre. Sorpreso in maniera
negativa dalla Cina che invece non è arrivata neppure ai quarti di
finale.
Non senti un po´ di nostalgia
dell´Italia? Che proposta ci vorrebbe per riportarti casa?
Mi fanno in tanti questa domanda, a
cominciare da mio padre. Io spero di poter continuare in Asia, dove
preferisco di gran lunga il livello di qualità della vita rispetto
all´Europa. Però se arrivasse una proposta, con un progetto serio, da
parte di qualche club italiano, la valuterei con piacere.