Toria, rabbia e delusione verso gli arbitraggi: "Il nostro sport è allo sbando"


03/02/2025 - Dura presa di posizione del tecnico del Deportivo, che medita di lasciare

Rabbia, delusione, frustrazione. Sentimenti che possono far vacillare anche la passione più grande, anche quella passione che anima da oltre trent'anni un uomo come Maurizio Toria. In accordo con il Presidente del Deportivo Chiesanuova, Alessandro Toninelli, il tecnico ci ha mandato questa lettera, che pubblichiamo integralmente, riservadosi di decidere nelle prossime ore il suo futuro. 
"Dopo quanto accaduto venerdì sera credo per me sia arrivato il momento di smettere e impiegare il mio tempo per altre cose. La mia espulsione è solo la conclusione di una serata di calcio storico e atteggiamenti provocatori non da parte della Virtus Poggibonsi, sia chiaro. Una serata "triste" sportivamente perché di triste c'è ben altro e io l'ho provato sulla mia pelle, credetemi.
Con questo non voglio fare né del piagnisteo, né del vittimismo, ma ho preso consapevolezza di uno sport ormai alla deriva, in cui per mascherare le lacune si cerca solo di giocare a lotta libera. Purtroppo adesso devono rendersene conto anche loro, se tutti ci lamentiamo ci sarà un motivo. O siamo tutti dei rincoglioniti e impazziti, ma non credo visto che in 30 anni una stagione piena di segnalazioni come questa non è mai esistita, e credo di poterlo dire francamente senza esserne contraddetto.
Ho 53 anni e finché ne è valsa la pena questo gioco faceva parte di me, probabilmente è una mia pecca non sopportare di vedere lo sport che ho giocato per una vita e allenato quasi lo stesso tempo diventare così. Più che giocare o allenare si pensa a entrare forte, tanto non fischiano. Un notevole passo indietro in una disciplina dove la tecnica e la tutela dei giocatori veniva prima di tutto, con scontri di gioco normali. Quelli che ora sono normali erano minimo da giallo.
L'altra sera sinceramente ho capito che non c'è niente da fare. Quando gli arbitri vanno in difficoltà, e ci vanno perché gli sfugge di mano la partita, dicono cose non vere e il problema è che noi ci esasperiamo, non veniamo ascoltati e ci sentiamo dire cose non vere. 
Contro la Virtus sono stato allontanato dal cronometrista per aver detto niente. 
Possono dirmi e scrivere quello che vogliono, farmi passare per quello che non sono. Io so quello che ho fatto e non sono più disposto a farmi prendere in giro. Noi sbagliamo, loro sbagliano e questo è normale, ma quando gli atteggiamenti diventano provocatori cambia tutto. 
Mi dispiace, causa malattia, non aver potuto essere presente alla riunione di mercoledì scorso. La prima cosa di cui sarei rimasto dispiaciuto e non vedere alla riunione gli arbitri, quelli che scendono in campo, perché loro dovevano esserci. Alla fine andiamo noi e loro dentro quel rettangolo e da fuori di quello che succede nessuno, e dico nessuno, si può rendere conto totalmente. Vedi a San Giovanni, se tutti si ricordano cosa è successo. Anche lì volevano mandarci fuori tutti invece di ascoltare il gravissimo errore tecnico che avevano commesso.
Io, e non solo io, facciamo questo sport da 30 anni, e non per modo di dire, ma i nostri pensieri e consigli purtroppo non interessano a nessuno. 
Nei giorni scorsi ho letto quello scritto dalle Remole e ribadisco un concetto: non credo che tutti siamo rincoglioniti. Allora ho voluto dire queste cose per scritto. Prendetelo come uno sfogo, prendetelo come volete. Facciano pure quello che credono, ma sinceramente basta , per me e non solo deve essere un divertimento e non lo è più e la colpa non è solo mia".