INTERVISTE: La parola a Simone Vasarelli, tecnico del Versilia
Arriva una nuova rubrica fatta di interviste che ci porteranno all'inizio della prossima stagione scoprendo i nuovi protagonisti delle società toscane che parteciperanno al campionato di Serie B.
Oggi tocca a Simone Vasarelli, nuovo allenatore del Versilia. Il tecnico pisano torna a guidare una prima squadra dopo le esperienze avute nel regionale con Vigor Fucecchio e Five to Five.
Simone dopo tre stagioni dedicate al giovanile torni ad allenare una prima squadra. Cosa ti porti dentro di questo triennio?
Sicuramente un bagaglio di conoscenze più ampio, sia sullo sport in generale che sulle diverse categorie. All’inizio non mi aspettavo, nei primi anni a Versilia, di dover lavorare con ragazzi così piccoli: non sapevo se sarei stato in grado di allenare queste fasce d’età. Già nel 2013–2015, quando ho avuto l’esperienza con l’Under 19, avevo imparato molto. Ma questi tre anni mi hanno dato qualcosa in più: hanno arricchito il mio bagaglio, non solo riguardo le prime squadre, ma soprattutto la base, che è l’aspetto più importante. Sono molto contento di aver fatto questa esperienza, perché mi è servita anche per capire come si lavora all’interno della società e quali sono le reali necessità. Secondo me, e credo anche secondo molti altri, dovremmo riflettere su cosa si può fare in Toscana per avvicinarci ai livelli che altre regioni hanno già raggiunto. Il lavoro con categorie così giovani mi ha permesso di tornare in ambito Rappresentativa, sempre con i più piccoli, di confrontarmi e di capire quali sono, a mio avviso, le esigenze principali che dovremmo affrontare nella nsotra regione a livello di insegnamento e formazione di base.
Per la prima volta ti confronterai da allenatore con un campionato nazionale. Come è cambiata la Serie B da quando eri un giocatore?
Questa è una domanda che avrebbe sicuramente una risposta più completa a fine stagione. Da giocatore, infatti, la Serie B l’ho vissuta, ma da allenatore no: per questo il mio giudizio potrà essere più preciso solo al termine di questo campionato. Posso però dirti che, secondo me, il livello della Serie B ai miei tempi era un po’ più alto rispetto a quello attuale. Fondamentalmente per due motivi. Il primo: quando giocavo io, la Serie B era la terza categoria nazionale, mentre oggi è la quarta. Il secondo, e probabilmente il più importante, riguarda la questione dei limiti sui giocatori “formati”: allora non esistevano, e già in Serie B si trovavano diversi stranieri che alzavano notevolmente il livello del campionato. Ecco perché penso che i campionati di quegli anni fossero più competitivi e di qualità superiore rispetto a oggi.
Il mercato ti ha portato tante conferme, tra cui un ritorno importante dopo l'infortunio, quello di Tintori. Tu che sei passato da situazioni simili cosa ti aspetti dal ragazzo in questo suo rientro?
Sono contento che Giorgio possa rientrare. È un ragazzo giovane, appassionato di questo sport, e stare fuori per un anno non è stato facile per lui. Il suo ritorno è importante sia per sé stesso che per la squadra, perché ho capito, anche parlando con i suoi compagni, quanto sia diventato un punto di riferimento per il Versilia. L’ho semplicemente rassicurato sul fatto che, nelle prime settimane in cui tornerà a giocare, è normale che stia molto attento al ginocchio e che ascolti ogni sensazione. È successo a me, succede a tanti altri, succederà anche a lui. Ma quella paura iniziale, quell’attenzione continua al corpo, col tempo svanirà. Pian piano tutto questo resterà solo un brutto ricordo. Arriverà il momento in cui ci riderà sopra, pensando a quei primi giorni in cui stava attento a ogni movimento. Poi tornerà a fare ciò che gli piace, tornando a essere il giocatore che è sempre stato fino all’anno scorso.
Sono arrivati giovani tra i più interessanti in Toscana, che si uniscono ai ragazzi che già hai avuto in Under 19. E' questa la strada per una società come il Versilia?
Questo è l’indirizzo che la società ha voluto dare e che io ho sposato. Per una realtà che non ha risorse economiche infinite e che ogni anno deve fare i conti con certe problematiche, costruirsi i giocatori in casa è un aspetto fondamentale. Non solo dal punto di vista economico, ma anche perché ripaga del lavoro svolto: il sacrificio e l’impegno degli allenatori, le risorse messe a disposizione, la crescita dei ragazzi.
È vero, creare un settore giovanile ha comunque un costo. Ma è un costo inferiore rispetto all’andare a prendere stranieri dall’estero, e soprattutto è una strada che riteniamo giusta e percorribile. Non tutti la vedono allo stesso modo, ed è legittimo, ma per noi è la scelta migliore. Per questo abbiamo puntato su giovani toscani interessanti, possibilmente delle nostre vicinanze.
Sappiamo che, essendo alcuni di loro alla prima esperienza in categorie nazionali, potremmo pagare qualcosa dal punto di vista dell’esperienza. Ma non è un aspetto che mi spaventa. Mi auguro che la loro crescita, iniziata chi nel nostro settore giovanile e chi in quello di altre società, sia costante e che maturino l’esperienza necessaria per potersi affermare e reggere il livello della Serie B.
Il "colpo" è invece rappresentato da Mangione. Giocatore esperto che non ha bisogno di presentazioni. Cosa ti aspetti da lui?
Mi reputo contento e fortunato di aver portato Gaetano da noi. Si è dimostrato subito entusiasta e disponibile a trasferirsi, a entrare a far parte della nostra società. Ho trovato un ragazzo motivato, che condivide la nostra visione: lavorare anche con i giovani e contribuire alla loro crescita. Credo che darà una mano importante sotto diversi aspetti: con l’esperienza maturata in tutti questi anni, con la sua qualità, ma anche aiutando chi ha meno esperienza o si trova al primo anno di Serie B.
Cosa mi aspetto da lui? Non lo so con certezza. Ma una cosa sì: spero che Gaetano possa tornare a essere più decisivo sottoporta. Negli ultimi anni mi ha detto di aver ridotto il suo contributo realizzativo, ma mi auguro che in questa stagione possa tornare a incidere non solo per l’esperienza, ma anche per i gol.
Tutte le squadre toscane hanno cambiato molto, o guida tecnica o roster, che campionato ti aspetti dalle nostre e che ruolo avranno le emiliane?
Tutte le squadre toscane, con cambiamenti più o meno importanti, si sono rinforzate o hanno deciso di affrontare un campionato ambizioso, almeno sulla carta. Questo, personalmente, è un aspetto che mi piace. Conosco bene le squadre toscane e posso dirlo con convinzione. Conosco un po’ meno le emiliane, essendo il mio primo campionato di Serie B da allenatore, ma so chi sono i tecnici che le guidano: parliamo di allenatori importanti, che hanno già avuto esperienze in categorie superiori.
Per questo sono convinto che, sia in Toscana che in Emilia, ci siano non solo squadre di buon livello, ma anche allenatori capaci che renderanno il campionato ancora più stimolante. Confrontarmi con colleghi di cui ho stima e che so essere bravi per me è motivo di crescita: ti porta a migliorarti, a studiare l’avversario, a capire come affrontarlo in partita.
Non sarà un campionato semplice, sarà competitivo e impegnativo, ma credo che proprio questo livello di qualità – delle squadre e degli allenatori – rappresenti uno stimolo importante per tutti noi.