INTERVISTE: La parola a Omar Pasquariello, DS del Futsal Prato


05/09/2025 - Arrivato all´Italgronda dopo l´esperienza al Monsummano racconta il suo impatto con la nuova realtà

Arriva una nuova rubrica fatta di interviste che ci porteranno all'inizio della prossima stagione scoprendo i nuovi protagonisti delle società toscane che parteciperanno al campionato di Serie B. 

Oggi incontriamo Omar Pasquariello, nuovo Direttore Sportivo dell'Italgronda Futsal Prato, che dopo una vita da giocatore ha deciso di abbandonare il campo per ricoprire quel ruolo che già lo aveva visto fare grandi cose nel suo Monsummano. 

Omar, nuovo anno, nuova avventura e soprattutto ufficialmente per la prima volta non da giocatore. Intanto cosa provi a non essere più in campo per iniziare la stagione.
Le prime due o tre volte che sono andato al campo, all’inizio della preparazione, non è stato facile. Dopo 31 stagioni è la prima volta che non indosso le scarpette per partire con la preparazione. La voglia ci sarebbe sempre, ma adesso il ruolo è diverso e, devo dire, mi piace molto. È un compito che mi ha sempre interessato: lo scouting dei giovani, andare a vedere le partite, seguire la crescita dei ragazzi. Prima o poi doveva succedere di smettere, ed eccomi qui. Sono motivato e pronto a metterci lo stesso impegno che mettevo quando giocavo.

Arrivi al Futsal Prato, società ambiziosa, che ti ha messo in mano il mercato. A rosa completata cosa ti senti di dirci? Sei andato oltre le aspettative o ti è rimasto il cruccio per qualche operazione non andata in porto?
Innanzitutto voglio ringraziare Cristian Busato. Se oggi sono qui, il merito è suo: c’è stato un corteggiamento lungo, che mi ha fatto molto piacere, da parte di una persona che in questo sport vale davvero tanto. Anche con il resto della società mi sono trovato benissimo e per questo credo di aver fatto, oggi, la scelta più giusta per me. Mi è stato affidato il mercato e penso che, con l’aiuto di tutto lo staff, siamo riusciti a costruire una buona squadra, in grado di giocarsi ogni partita. Il mercato è sempre particolare: ci sono giocatori che segui per molto tempo, altri che chiudi in un giorno, altri che dopo trenta non riesci a chiudere. Si poteva fare meglio, certo, ma anche molto peggio. Noi siamo contenti del lavoro fatto e della rosa che abbiamo costruito, con obiettivi chiari sin da subito grazie al mister, che mi ha immediatamente spiegato cosa aveva in mente e cosa si aspettava da questo mercato.

Cosa ti porti dell'esperienza di Monsummano, dove oltre a giocare già ricoprivi questo ruolo?
I sei anni con il Monsummano sono stati molto belli. Mi hanno dato la possibilità di giocare nonostante i miei impegni di lavoro e il fatto di non poter essere sempre presente. Mi hanno permesso di conoscere, parlare, cercare e portare tanti giocatori, soprattutto giovani e alle prime esperienze. È stata unavventura che mi ha fatto capire cosa serva davvero per affrontare il regionale. Mi dispiace non aver vinto né un campionato né una coppa, perché in alcune occasioni lo avremmo meritato. Due anni fa, quando avevo deciso di smettere, mi era dispiaciuto molto non poter disputare i playoff per la Serie B a causa di un problema alla schiena: non avrei voluto chiudere così.
L’anno scorso invece, con la salvezza ottenuta in quella partita decisiva, credo si sia raggiunto il momento perfetto per chiudere un bel percorso. Al Monsummano ho tanti amici, un ottimo rapporto con il presidente, che mi ha anche insegnato come muovermi sul mercato in una situazione non sempre semplice.

L'Area tecnica è composta dal mister Calamai, il vice Paul Gross, il preparatore dei portieri Conti e da te. Tutti ex giocatori di alto livello. Cosa vi sentite di poter trasmettere alla squadra?
Avere uno staff con questa esperienza sarà fondamentale. Potrà aiutare i ragazzi a maturare e diventare un punto di riferimento soprattutto nei momenti più delicati delle partite. In questi quattro giocatori ci sono tanti anni di Serie B, e il mister ha giocato anche in Serie A2: credo che ci siano basi solide per far crescere un bel gruppo. L’esperienza accumulata sarà preziosa per trasmettere ai più giovani come affrontare certe situazioni e come gestire le difficoltà.

Sette toscane, molte delle quali sembrano attrezzatissime per un campionato di vertice. Quale delle vostre rivali ti suscita più curiosità?
Le squadre toscane hanno fatto tutte un mercato importante. C’è chi, come il Versilia, ha puntato su tanti giovani di talento; chi, come l’Arpinova, invece ha scelto giocatori più esperti ma di grande carisma. Entrambe, a mio avviso, hanno anche due ottimi allenatori – Roggio e Vasarelli – che da giocatore ricordo con stima, perché contro le loro squadre ho praticamente sempre fatto fatica a vincere. Mi piace molto anche la squadra che è venuta fuori a Mattagnano, con diversi giocatori interessanti. E poi c’è il Torrita, che ha preso elementi importanti e ha una struttura di livello. Sarà quindi un campionato difficile: le toscane, secondo me, non resteranno a guardare quello che faranno le emiliane, come accadeva in passato, ma se la giocheranno tutte. Se devo indicare la squadra che mi stimola di più, direi proprio la Torrita.

Che campionato ti aspetti? Cosa pensi proprio delle emiliane?
Come dicevo prima, quest’anno sarà un campionato difficile. Un campionato in cui anche le squadre toscane diranno la loro. Sicuramente Baraccaluga e Villafontana sono molto attrezzate per puntare in alto, ma credo che anche le toscane possano giocarsela e lottare per le prime posizioni. Per quanto riguarda noi, cercheremo di confrontarci con tutti, rimanere nelle zone alte e fare il meglio possibile. Ci sentiamo all’altezza di poter competere. Certo, vincere non è mai semplice, ma abbiamo l’ambizione e la convinzione di provarci.